Archive for ottobre 2015

The most innovative designers consciously reject the standard option box and cultivate an appetite for thinking wrong.

27

ott 2015

Fattoria di Magliano, il Vermentino Maremmano, il Morellino di Scansano Sabato 31 ottobre 2015, dalle 11,00 alle 13,00 – Degustazione gratuita

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Questa settimana si va in Toscana, o meglio in Maremma.                       

La Fattoria di Magliano è una giovane azienda vitivinicola di 97 ettari nata nel 1996, nel cuore della Maremma. Agostino Lenci, il suo fondatore, dopo aver concluso un’importante e lunga esperienza di imprenditore nel settore calzaturiero, ha deciso di seguire il sogno di diventare produttore di vino, scegliendo questa parte di Toscana perché affascinato dalla bassa antropizzazione di questa campagna, che nel rispetto di una secolare regola toscana vede il lavoro dell’uomo orientato alla salvaguardia di un equilibrio sano del territorio ma che qui assume sfumature più selvagge e schive. La prima produzione è del 2003.

I vigneti della Fattoria di Magliano sono situati in un paesaggio collinare che da un’altezza di 300 metri circa, digradando dolcemente, si apre sul Mar Tirreno, il Monte Argentario e l’Isola del Giglio.

La struttura dei terreni in genere presenta un “medio impasto”: un’alta percentuale di sabbia, una discreta presenza di argilla, l’assenza di limo e una decisa ricchezza di scheletro. Sono terreni che permettono un buon ingresso idrico, una perfetta ossigenazione e grande penetrabilità delle radici. Sono queste caratteristiche che, insieme al sole e al vento proveniente dal mare, consentono di ottenere vini importanti, anche da uve bianche, di grande struttura e capaci di durare nel tempo.

Questa preziosa struttura dei terreni, l’esposizione dei vigneti, le scarse precipitazioni annuali, un andamento climatico del tutto diverso dalla Toscana interna, favoriscono ed aiutano la conduzione biologica dei nostri vigneti. Già dal 2011, infatti, l’azienda adotta la conduzione biologica dei propri vigneti; tale scelta, dall’annata 2014, permetterà alla Fattoria di Magliano di avere la certificazione di “vino biologico” per tutti i vini.

Il Sangiovese ed il Vermentino, le varietà tipiche di questi territori, rappresentano circa l’80% del “capitale” di viti della Fattoria ma la relativa giovinezza dell’azienda ha permesso anche di testare alcune varietà di uva che gli agronomi ritenevano particolarmente adatte ai nostri terreni, in particolare il Syrah ed il Cabernet Franc.

Nei vigneti è presente anche il Merlot ed il Petit Verdot che contribuiscono alla fragranza ed eleganza del Poggio Bestiale.

Due i vini in degustazione, espressione del territorio e capisaldo della produzione aziendale:                             

Vermentino della Maremma Toscana Pagliatura 2014, Il nome è un toponimo di una delle proprietà dell’azienda, ma attiene anche al colore del vino. Ottenuto da sole uve vermentino, ha colore, appunto giallo paglierino brillante, profumi vivi e variegati con pesca, agrumi, fiori bianchi, erbe aromatiche e miele. In bocca si aggiungono note minerali, quasi salate che prolungano lo spettro aromatico. Bianco versatile, ideale con piatti di pesce (crostacei, in particolare), verdure, carni bianche, formaggi freschi. 

Morellino di Scansano Heba 2013, dall’antico nome etrusco di Magliano. Uvaggio composto per il 95% da Sangiovese e per un 5% da Syrah. Il colore è rubino intenso, al naso presenta profumi avvolgenti di frutti rossi (ciliegie, lamponi, mirtillo) ma anche erbe e spezie. In bocca è pieno, sapido, ciliegioso ancora più che al naso, lungo con tannini “spiritosi”. Un Morellino da facile beva, ma con una bella struttura. Adatto perciò sia ad abbinamenti poco impegnativi come pizza, spuntini, antipasti, sia ad accompagnare primi piatti saporiti, carni grigliate, formaggi di media stagionatura. 

Come sempre, in abbinamento, alcune delizie dal nostro banco gastronomico. 

Vi aspettiamo! 

Come ogni sabato, ai partecipanti sarà riservata una promozione eccezionale ed irripetibile sui vini in degustazione:

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ott 2015

Vino biodinamico ad Arce. La coraggiosa esperienza di Palazzo Tronconi Sabato 24 ottobre 2015, dalle 11,00 alle 13,00 – Degustazione gratuita

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C’è grande dibattito intorno alla biodinamica. A volte il dibattito sfocia in polemica feroce o addirittura in risse tra opposte fazioni. E, come sempre succede, quando le posizioni si radicalizzano, si finisce per esagerare ed esasperare le proprie opinioni. Per cui ci sono biodinamici che accusano tutti gli altri agricoltori di essere avvelenatori dell’umanità e “neoscientifici” che bollano i biodinamici come stregoni.

Per quei pochi che ancora non lo sanno, la biodinamica è (in due parole) una filosofia agricola ancora più rigorosa dell’agricoltura biologica che si ispira alle teorie di Rudolph Steiner, filosofo, pedagogista, esoterista, artista austriaco vissuto a cavallo tra 800 e 900. La biodinamica prevede l’applicazione di pratiche agronomiche molto particolari, l’uso in piccole quantità di concimi naturali ed erbe officinali, l’osservazione rigorosa di un calendario agricolo legato alle stelle ed alle fasi lunari.

Molti sono ormai, in tutto il mondo, gli agricoltori che seguono queste teorie, in particolare nella vitivinicoltura. Alcuni di essi producono vini straordinari (due per tutti: Nicolas Joly, Loira, Francia, Iosko Gravner, Friuli, Italia).

Anche nella nostra provincia è arrivata la biodinamica, dapprima a Piglio con Piero e Rosa Macciocca e la loro azienda “La Visciola”, poi con l’ospite di questa settimana: Marco Marrocco e la sua cantina “Palazzo Tronconi”.

Marco, 39 anni, è ingegnere meccanico e lavora nell’azienda di famiglia, a Roma, che si occupa di ascensori. Ad un certo punto, partecipando ad un corso AIS, viene folgorato dal vino, si iscrive all’università di agraria di Viterbo, conosce Simone e Carlo Noro (di Piglio, trapiantati a Labico dove sono tra i maggiori produttori in Italia di prodotti per la biodinamica). Decide così di realizzare il suo sogno nel cassetto: investe ad Arce, terra di origine della sua famiglia, in vigneti ed in un edificio nel centro della cittadina che trasforma in Bed & Breakfast.

Oltre all’adesione piena e consapevole alle teorie della biodinamica ed alla loro traduzione in pratiche agricole, Marco crede molto nella riscoperta dei vitigni autoctoni del nostro territorio: recupera da terreni di vecchi contadini e reimpianta uve come il lecinaro, il maturano bianco e quello rosso, il pampanaro, il capolongo, oltre al trebbiano e la malvasia.

Non ci resta che assaggiare i vini di Palazzo Tronconi che sono, come piace ripetere a Marco vini che “nascono semplicemente dal frutto dei propri vitigni, dove la nostra opera consiste solo nell’assecondarli in questo loro divenire: facciamo il vino semplicemente, perche semplice è il vino”.    

Questi i vini in degustazione:  

Fatìa 2014 Frusinate IGP Bianco. Da uve Malvasia puntinata e Trebbiano, Colore dorato con riflessi verdognoli. Profumo intenso, fruttato, floreale con note agrumate. Gusto pieno, armonico ed equilibrato con grande sapidità bilanciata dalla freschezza. Abbinamenti gastronomici: minestre di legumi e carne, fritti misti, pesce gratinato al forno. 

Fregellae 2014 Frusinate IGP Bianco. Dal nome dell’antica città, osca e volsca, poi importante colonia romana, i cui scavi sono vicino Isoletta di Arce. Da uve Maturano bianco, Capolongo e Pampanaro, ha colore dorato con riflessi verdolini, profumi fruttati su un fondo erbaceo e minerale. In bocca è pieno, fresco sapido con un finale minerale. Ottimo con primi a base di verdure, piatti di pesce e carni bianche. 

Zitore 2014 Frusinate IGP Rosso. Prodotto esclusivamente da uve Lecinaro. Ha un colore rubino poco intenso che fa subito pensare ad un pinot nero; al naso risulta molto floreale, con profumi di frutti di bosco e susine rosse, accompagnati da gradevoli note minerali e tostate. Al palato la componente fruttata è accompagnata da una intensa freschezza; è fine, asciutto ed elegante, i tannini sono tenui e setosi ed il finale è tostato e speziato. Perfetto con carni alla griglia, selvaggina, tagliatelle al ragù. 

Come sempre, in abbinamento, alcune delizie dal nostro banco gastronomico. Questo sabato in particolare, i pani di Gusto Antico di Ferentino, prodotti con farine di grani rari ed antichi come il Senatore Cappelli, il Farro monococco, l’Orzo, il Khorasan saragolla (Kamut), provenienti da agricoltura biologica e biodinamica. Il pane di Gusto Antico ha inoltre una particolarità unica: è lievitato con fermenti vivi e salato con sale rosa dell’Himalaya. Oltre ad essere particolarmente buono, questo pane è estremamente digeribile ed è ricco di sostanze benefiche per la nostra salute. Il famoso chef Antonello Colonna lo ha adottato da alcuni anni per i suoi ristoranti.   

Vi aspettiamo! 

Come ogni sabato, ai partecipanti sarà riservata una promozione eccezionale ed irripetibile sui vini in degustazione:

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13

ott 2015

Mastrojanni: tradizione e nobiltà del Brunello Sabato 17 ottobre 2015, dalle 11,00 alle 13,00 – Degustazione gratuita

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Dopo qualche anno tornano in degustazioni i vini della cantina Mastrojanni di Montalcino, splendida realtà che è ormai da annoverare tra le migliori produttrici di Brunello. Molte cose sono cambiate da quando Gabriele Mastrojanni, avvocato e funzionario statale a Roma, nel 1975 acquisto questo podere per dedicarsi alla passione della sua vita. Da alcuni anni l’azienda è stata acquistata dal gruppo Illy e questo, per il momento, ha contribuito ad accrescere la qualità dei vini, nonché la presenza sui mercati internazionali. Il merito della continuità qualitativa va soprattutto al direttore Andrea Machetti che da sempre governa il timone dell’azienda, insieme all’enologo Maurizio Castelli.

Negli ultimi anni Mastrojanni sta mietendo successi uno dietro l’altro, sia in Italia che all’estero, soprattutto con i suoi Brunelli di punta, Schiena d’Asino e Vigna Loreto, ma anche, in particolare con una annata come la 2010, con il suo Brunello “base” e con il Rosso. 

I vini della Mastrojanni sono fortemente caratterizzati da un territorio unico, i poderi Loreto e San Pio nella frazione di Castelnuovo dell’Abate hanno pendenze aspre ed un terreno “povero”, una esposizione felice e protetta dal Monte Amiata. Il resto è affidato alla sapienza degli uomini, ad una lavorazione rispettosa delle tradizioni, ma aperta alle innovazioni intelligenti. Il risultato sono grandi vini che non hanno inseguito le mode del momento, ma hanno lentamente, passo dopo passo, conquistato gli appassionati ed i critici enologici di tutto il mondo. 

Due i vini che assaggeremo sabato, ambedue ottenuti esclusivamente da uve Sangiovese Grosso o Brunello: 

Il Rosso di Montalcino 2013, dal colore rosso rubino intenso, al naso presenta note di frutti rossi freschi (ribes, visciole) e bacche mature di arbusti mediterranei. Avvolgente e duraturo,  fino alla fine del palato accompagnato da sapidità, toni fruttati e tannini molto fini. Uno splendido rosso che accompagna benissimo salumi, primi piatti saporiti e tutti i piatti di carne sia rossa che bianca. 

Il Brunello di Montalcino 2010, annata classificata a 5 stelle, valutazioni altissime da tutte le guide: Un grande Brunello da comprare e dimenticare in cantina per le sue potenzialità di evoluzione per i prossimi 20/30 anni. Oggi, giovanissimo, ha colore rosso rubino intenso con leggeri riflessi granati, all’olfatto propone profumi sottili di vaniglia e frutti rossi integrati alle spezie, le foglie di tabacco, il cuoio. In bocca è ampio e persistente, continua con intrigante sapidità e finisce con un ampio frutto che bilancia l’intensità dei tannini. Abbinamenti d’elezione sono la cacciagione, le carni rosse alla griglia e i formaggi maturi, ma non disdegna piatti più semplici purché sapidi e succosi. 

Come sempre, in abbinamento, alcune delizie dal nostro banco gastronomico, con una particolare attenzione ai prodotti toscani 

Vi aspettiamo! 

Come ogni sabato, ai partecipanti sarà riservata una promozione eccezionale ed irripetibile sui vini in degustazione:

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