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20

ott 2015

Vino biodinamico ad Arce. La coraggiosa esperienza di Palazzo Tronconi Sabato 24 ottobre 2015, dalle 11,00 alle 13,00 – Degustazione gratuita

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C’è grande dibattito intorno alla biodinamica. A volte il dibattito sfocia in polemica feroce o addirittura in risse tra opposte fazioni. E, come sempre succede, quando le posizioni si radicalizzano, si finisce per esagerare ed esasperare le proprie opinioni. Per cui ci sono biodinamici che accusano tutti gli altri agricoltori di essere avvelenatori dell’umanità e “neoscientifici” che bollano i biodinamici come stregoni.

Per quei pochi che ancora non lo sanno, la biodinamica è (in due parole) una filosofia agricola ancora più rigorosa dell’agricoltura biologica che si ispira alle teorie di Rudolph Steiner, filosofo, pedagogista, esoterista, artista austriaco vissuto a cavallo tra 800 e 900. La biodinamica prevede l’applicazione di pratiche agronomiche molto particolari, l’uso in piccole quantità di concimi naturali ed erbe officinali, l’osservazione rigorosa di un calendario agricolo legato alle stelle ed alle fasi lunari.

Molti sono ormai, in tutto il mondo, gli agricoltori che seguono queste teorie, in particolare nella vitivinicoltura. Alcuni di essi producono vini straordinari (due per tutti: Nicolas Joly, Loira, Francia, Iosko Gravner, Friuli, Italia).

Anche nella nostra provincia è arrivata la biodinamica, dapprima a Piglio con Piero e Rosa Macciocca e la loro azienda “La Visciola”, poi con l’ospite di questa settimana: Marco Marrocco e la sua cantina “Palazzo Tronconi”.

Marco, 39 anni, è ingegnere meccanico e lavora nell’azienda di famiglia, a Roma, che si occupa di ascensori. Ad un certo punto, partecipando ad un corso AIS, viene folgorato dal vino, si iscrive all’università di agraria di Viterbo, conosce Simone e Carlo Noro (di Piglio, trapiantati a Labico dove sono tra i maggiori produttori in Italia di prodotti per la biodinamica). Decide così di realizzare il suo sogno nel cassetto: investe ad Arce, terra di origine della sua famiglia, in vigneti ed in un edificio nel centro della cittadina che trasforma in Bed & Breakfast.

Oltre all’adesione piena e consapevole alle teorie della biodinamica ed alla loro traduzione in pratiche agricole, Marco crede molto nella riscoperta dei vitigni autoctoni del nostro territorio: recupera da terreni di vecchi contadini e reimpianta uve come il lecinaro, il maturano bianco e quello rosso, il pampanaro, il capolongo, oltre al trebbiano e la malvasia.

Non ci resta che assaggiare i vini di Palazzo Tronconi che sono, come piace ripetere a Marco vini che “nascono semplicemente dal frutto dei propri vitigni, dove la nostra opera consiste solo nell’assecondarli in questo loro divenire: facciamo il vino semplicemente, perche semplice è il vino”.    

Questi i vini in degustazione:  

Fatìa 2014 Frusinate IGP Bianco. Da uve Malvasia puntinata e Trebbiano, Colore dorato con riflessi verdognoli. Profumo intenso, fruttato, floreale con note agrumate. Gusto pieno, armonico ed equilibrato con grande sapidità bilanciata dalla freschezza. Abbinamenti gastronomici: minestre di legumi e carne, fritti misti, pesce gratinato al forno. 

Fregellae 2014 Frusinate IGP Bianco. Dal nome dell’antica città, osca e volsca, poi importante colonia romana, i cui scavi sono vicino Isoletta di Arce. Da uve Maturano bianco, Capolongo e Pampanaro, ha colore dorato con riflessi verdolini, profumi fruttati su un fondo erbaceo e minerale. In bocca è pieno, fresco sapido con un finale minerale. Ottimo con primi a base di verdure, piatti di pesce e carni bianche. 

Zitore 2014 Frusinate IGP Rosso. Prodotto esclusivamente da uve Lecinaro. Ha un colore rubino poco intenso che fa subito pensare ad un pinot nero; al naso risulta molto floreale, con profumi di frutti di bosco e susine rosse, accompagnati da gradevoli note minerali e tostate. Al palato la componente fruttata è accompagnata da una intensa freschezza; è fine, asciutto ed elegante, i tannini sono tenui e setosi ed il finale è tostato e speziato. Perfetto con carni alla griglia, selvaggina, tagliatelle al ragù. 

Come sempre, in abbinamento, alcune delizie dal nostro banco gastronomico. Questo sabato in particolare, i pani di Gusto Antico di Ferentino, prodotti con farine di grani rari ed antichi come il Senatore Cappelli, il Farro monococco, l’Orzo, il Khorasan saragolla (Kamut), provenienti da agricoltura biologica e biodinamica. Il pane di Gusto Antico ha inoltre una particolarità unica: è lievitato con fermenti vivi e salato con sale rosa dell’Himalaya. Oltre ad essere particolarmente buono, questo pane è estremamente digeribile ed è ricco di sostanze benefiche per la nostra salute. Il famoso chef Antonello Colonna lo ha adottato da alcuni anni per i suoi ristoranti.   

Vi aspettiamo! 

Come ogni sabato, ai partecipanti sarà riservata una promozione eccezionale ed irripetibile sui vini in degustazione:

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